Madrid – Produrre olio di oliva in generale conviene. Fa bene non solo alla salute, ma soprattutto all’ambiente. Studi scientifici, non definitivi del COI, il Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid, dimostrano inequivocabilmente che un ettaro di olivo cattura l’impronta di carbonio annuale di una persona; che con un litro di olio prodotto si catturano ben 10,65 kg di CO2 dall’atmosfera e che addirittura l’intera produzione mondiale di olio di oliva è in grado di assorbire le emissioni di una città di oltre 7milioni di abitanti come Hong Kong. Lo ha comunicato il COI a Verona nel corso del SOL, il salone dell’olio extra vergine di olia. “Si tratta – ha ribadito Abdellatif Ghedira, direttore del COI, in una dichiarazione, di dati non ancora definitivi per i quali il COI sta conducendo ulteriori verifiche. Una cosa è certa però ha aggiunto Ghedira, produrre olio di oliva fa bene all’ambiente perché i dati ci confermano che l’albero di olivo e’ la pianta che più delle altre è in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera”
E’ dal 2012 che un gruppo di esperti sta studiando il fenomeno della produzione di anidride carbonica (CO2) in rapporto alla produzione di olio di oliva in tutto il mondo. 132 gli scenari diversi analizzati di 13 nazioni differenti. Quattro, invece, le macro-aree interessate: Mediterraneo occidentale; Mediterraneo orientale; America del Sud e America del Nord. Al primo posto per superficie vi sono i tre Paesi europei che da soli rappresentano quasi il 67% di tutta la produzione di olio di oliva al mondo: in testa la Spagna e a seguire Italia e Grecia. Tutti e tre i Paesi rappresentano anche il 48%della superficie di ulivi al mondo. Gli studi non definitivi che si stanno sperimentando hanno tenuto conto altresì della natura del suolo se irriguo o meno, l’impiego di energia utilizzata per irrigare o meno se si tratta di impianti tradizionali, intensivi e superintensivi.
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